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La mini-invasività prevede l’inserimento della protesi attraverso una minima incisione cutanea, un sacrificio ridotto o assente delle strutture muscolari e capsulo-legamentose e in alcuni casi anche un minore sacrificio di tessuto osseo.
Tra i vantaggi:
meno dolore post-operatorio, ricovero ospedaliero più breve e recupero accelerato delle attività quotidiane.
Gli interventi
protesici dell’anca sono in continuo aumento, a causa dell’allungamento della durata della vita media.

 
Articolo pubblicato sul periodico:
MEDICO E PAZIENTE n.3 Marzo 2004
Redatto da:Michele Ulivi
Responsabile U.O. Ortopedia e Traumatologia
Istituti Clinici Zucchi, Monza

Costanza Redaelli e Maurizio Bassi
Specializzandi Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia Università degli Studi Milano Bicocca.
 
La protesi d’anca con tecnica chirurgica mini invasiva ed a risparmio dei tessuti
Negli ultimi anni si è sviluppato un grande interesse nell’eseguire protesi d’anca attraverso minime incisioni cutanee e vie d’accesso chirurgiche non invasive. (figura 1a,1b) I primi interventi eseguiti negli Stati Uniti prevedevano una doppia possibilità: eseguire l’impianto di una protesi con una singola mini incisione cutanea postero – laterale di circa 5 cm, oppure attraverso due mini incisioni, una anteriore ed una posteriore di 3 – 4 cm, nella regione dell’anca ( 3, 4, 5, 6 ) (figura 2) Alcune aziende produttrici di dispositivi protesici hanno aiutato lo sviluppo di tali tecniche approntando una serie di nuove protesi e strumenti chirurgici in grado di agevolare l’impianto di una protesi, che peraltro non cambiava né forma né dimensioni. (figura 3) Si è esteso anche in Europa ed in Italia l’utilizzo di tali tecniche in chirurgia protesica sia dell’anca che del ginocchio.
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LA MINI INVASIVITA’ IN CHIRURGIA PROTESICA
Il concetto generico di mini invasività in chirurgia protesica prevede l’inserimento di una protesi attraverso una minima incisione cutanea ed un assente o minimo sacrificio delle strutture muscolari e capsulo –legamentose ( 3 – 5 – 6 ) (figura 4 , figura 5 a ,5 b ) Tale concetto può essere inoltre esteso anche ad un minore sacrificio di tessuto osseo ( minore resezione della testa femorale, o semplice suo rivestimento - protesi a conservazione del collo femorale , protesi di semplice rivestimento della testa femorale e protesi di limitate dimensioni ( 3 –5 –6 ) (figura 8 e figura 9 ) I rapporti provenienti dai centri con maggiore casistica e periodo di follow up in questo specifico settore, sono estremamente interessanti. Alcuni autori riferiscono che dopo l’iniziale curva di apprendimento da parte del chirurgo, i tempi operatori risultano sovrapponibili a quelli necessari seguendo la tecnica chirurgica convenzionale ( 3, 5, 6 ) (figura 6a,6b,7) Inoltre non sono riferiti incrementi di incidenza di complicanze, utilizzando queste nuove tecniche, come infezioni, paralisi nervose, lussazioni da mal posizionamento delle componenti o mobilizzazione della protesi. (2,3,4,5,6) Altri dati estremamente interessanti provenienti da questi studi, purtroppo raramente prospettici e randomizzati, sono risultati:
•la minore perdita ematica
• il minor dolore post operatorio
• un più rapido recupero nei pazienti sottoposti all’intervento con nuova tecnica  mini invasiva (1,3,4,5,6,)
• precoce dimissione ospedaliera

IL CANDIDATO IDEALE
Non tutti i pazienti candidati ed essere sottoposti a intervento di protesi d’anca possono essere operati con questa nuova tecnica. Il paziente ideale è un paziente non in sovrappeso, con masse muscolari non eccessivamente sviluppate. Non deve avere presentato inoltre recenti forme di TVP ( perché sottoposto a manipolazioni dell’arto durante l’intervento ), o non deve essere in condizioni di precario compenso cardiocircolatorio ( per una ipotetica maggiore durata dell’intervento ), né tantomeno deve essere sottoposto ad un intervento di revisione protesica ( 3, 5, 6 ) Le protesi di semplice rivestimento della testa femorale vengono invece utilizzate in pazienti giovani e in assenza di malattia displasia dell’anca.( figura 9 ) La decisione se il paziente possa essere candidato a questa nuova procedura chirurgica, deve quindi essere presa dal chirurgo ortopedico, in accordo con il medico di famiglia del paziente.
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I VANTAGGI
La tecnica mini invasiva ed a risparmio dei tessuti per protesi d’anca offre vantaggi significativi rispetto alla tecnica tradizionale:

• ridotte incisioni cutanee ( 3-4 cm. Per la tecnica a due incisioni, 9-10 cm. Per la tecnica con mono incisione, con riduzione delle dimensioni della cicatrice e migliore resa estetica )
• ridotto sacrificio del tessuto muscolare e di tessuti tendinei e legamentosi
• ridotto sacrificio di tessuto osseo per l’impianto della protesi
• ridotto ricovero ospedaliero ( per l’Italia 3-4 giorni )
• precoce riabilitazione
• accelerato recupero delle attività della vita quotidiana e pronto ritorno all’attività lavorativa (3- 5- 6 )

Ogni anno nel mondo vengono effettuati oltre 600.000 interventi protesici dell’anca. Questi interventi sono in continuo aumento, a causa dell’incremento della durata della vita media. Una tecnica chirurgica mini invasiva, nuovi dispositivi protesici che consentono un risparmio di tessuto osseo con potenziali minori complicanze post operatorie sono sicuramente vantaggiosi per il paziente anziano. La possibilità di ridurre la durata della degenza per questo tipo di ricoveri è indubbiamente un fattore importante per la riduzione dei costi ospedalieri . E’ normale dunque l’interesse che si è creato nei confronti di queste nuove tecniche mini invasive. E’ altrettanto utile, al di là dell’entusiasmo iniziale per queste tecniche chirurgiche innovative, che presso questi centri pilota vengano effettuati seri trial clinici prospettici randomizzati per la valutazione dell’outcome di questa nuova procedura chirurgica. Il futuro nella chirurgia ortopedica è comunque nella tendenza alla sempre minore aggressività chirurgica. Lo sviluppo di queste complesse tecniche mini invasive e di nuovi dispositivi protesici, associate alla tecnologia di “navigazione” computer – assistita intra-operatoria contraddistinguerà l’interesse e la ricerca del mondo ortopedico dei prossimi anni( 4-5-6)
 
  IN BREVE
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Il candidate ideale all’intervento mini-invasivo è un paziente non in sovrappeso, con masse muscolari non troppo sviluppate, in condizioni di buon compenso cardiocircolatorio, senza episodi recenti di Tvp.
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Con le nuove tecniche mini-invasive non sono riferiti incrementi dell’incidenza di complicanze come infezioni, paralisi nervose, lussazioni da
malposizionamento delle componenti o mobilizzazione delle protesi
  IMMAGINI
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  BIBLIOGRAFIA